venerdì 30 settembre 2011

giovedì 29 settembre 2011

volantino iniziativa 2 ottobre 2011

Ciao a tutti e tutte, qui il nostro volantino in una bellissima veste grafica (grazie Maresa di Libere Rape Metropolitane!)
http://espanz.noblogs.org/files/2011/09/papaveri.png

Per conoscere e diffondere la rete di Rape metropolitane, il coordinamento degli orti milanesi, guardate http://ortodiffuso.noblogs.org/post/tag/libere-rape-metropolitane/

Ciao!

mercoledì 28 settembre 2011

istruzioni per raggiungere il luogo

Ciao, in risposta a quanti chiedono come raggiungere il luogo dell'iniziativa del 2 ottobre, provate a immettere su google maps "via bigiogera milano", è sufficiente.
Altrimenti provo a istruirvi così: Quando vi trovate all'uscita della metropolitana di Precotto andate verso Sesto S.Giovanni camminando sul marciapiede di destra. Superate la chiesa S.Michele Arcangelo e arivate al semaforo, dopo aver percorso circa centocinquanta metri. E' il semaforo che regola l'incrocio con il tram 7. Girate a destra e camminate per altri duecento metri circa, fino ad incrociare la via Bigiogera. Qui sarete arrivati: date uno sguardo intorno e ci vedrete. 

lunedì 19 settembre 2011

manifesto di orto diffuso

Orto diffuso. Progetto per una distribuzione e una mappatura di orti nello spazio urbano
L’orto diffuso è un sistema di produzione di piante da orto (e non solo) che parte dai balconi per raggiungere spazi più ampi, che parte dalla città per raggiungere la campagna, che parte da un singolo individuo (o da una famiglia) per creare una rete sociale, dove le competenze di ciascuno possono diventare un patrimonio comune.
La coltivazione di vegetali utili si sta diffondendo sempre di più nelle città. Dopo l’esempio delle città americane, come New York o San Francisco, anche in Italia si sta assistendo a un interesse crescente per questo tipo di coltivazioni. Gli orti sono di fatto diventati una moda, ma in realtà in città come Milano ci sono sempre stati. Sulle piccole parcelle da coltivare a insalata, pomodori. patate, zucchini…era infatti basata l’economia delle famiglie operaie, che sfruttavano gli ampi spazi vuoti della città, o se erano più fortunate quelli messi a disposizione dalla fabbrica o dal comune, per aiutare il bilancio famigliare.
Orti di questo tipo sono sopravvissuti anche alla trasformazione che ha portato il terziario a prendere il posto delle fabbriche.
Gli orti urbani sono stati sempre concepiti come piccoli appezzamenti di terreno ricavati in aree marginali, la cui coltivazione poteva essere data in gestione a varie persone per la produzione o anche la vendita diretta. Ma il terreno in città è una risorsa troppo preziosa, e negli ultimi anni gli orti si sono progressivamente ridotti. E persino quelli che venivano considerati come esempio di realtà sociale, urbanistica e storica di primo livello, sono scomparsi.
L’orto diffuso non è un orto tradizionale. La città è cambiata, la gente è cambiata, la nostra economia è cambiata. Ma parte da quell’esperienza, o meglio dall’esigenza delle persone che l’hanno vissuta, per non perderla, raccoglierne le radici e procedere alla sua evoluzione.
L’orto diffuso è in realtà un network, che collega gli spazi più immediatamente disponibili (balconi terrazzi, davanzali) con gli spazi più tradizionali. E’ una comunità virtuale ma anche fisica che si articola attraverso tutte le persone che utilizzano questi spazi per ripensare la città, ma anche la propria vita.
L’orto diffuso ricrea un legame con il territorio, un territorio reale e proprio, non illusorio e immaginato da altri per noi.
Non è isolato rispetto al tessuto della città. Si può espandere e prolungare in altri spazi, come i giardini comunitari costruiti nelle aree abbandonate dalla speculazione edilizia o dal verde urbano di scarsa qualità. Può essere in stretto contatto anche con la campagna e gli spazi che spesso molte famiglie hanno nel luogo di origine da cui provengono.
L’orto comunitario è ormai una pratica conosciuta, che si sta, anche se faticosamente, diffondendo in alcune città. Si tratta di uno spazio dove la gente si ritrova fisicamente.
Ma l’orto diffuso è anche l’orto di una comunità di persone, che mette in condivisione i propri spazi privati per un progetto comune, attraverso il quale può scegliere di avere dei momenti di lavoro collaborativo, scambio di semi, prodotti dell’orto, strumenti di lavoro, trasferimento di competenze, esperienze e storie.
Nel progetto dell’orto diffuso l’utilizzo di strumenti multimediali e di internet diventa un ingrediente importante per mantenere la rete di relazioni, consentire la condivisione di informazioni, permettere ad altri di conoscere il progetto, rielaborarlo, trasformarlo, e rimetterlo in circolo.
L’orto diffuso non è una resa alla nostra condizione di abitanti delle aree urbane, ma è semmai una reazione, una presa di possesso, una riappropriazione della città secondo un modello lontano da quello della speculazione commerciale ed edilizia. L’orto diffuso ristabilisce il legame tra natura, campagna e città, aprendo i confini dell’area urbana, e crea una base per rendere possibile, in futuro, una diversa progettazione degli spazi urbani.
Non è una resa all’ambiente inquinato in cui viviamo, ma un’azione diretta che contribuisce alla sua trasformazione, e rende ancora più urgente la necessità di far cadere il velo che rende possibile sopportare tutto.
E’ una ribellione contro lo stato di degrado dei quartieri e delle nostre vite , è la pretesa evidente per una città che non può più essere considerata come un cancro di cemento, ma può tornare a essere collegata con l’ecosistema che la circonda, perché a esso deve appartenere.
E’ la dimostrazione che tutto è possibile, se lo immaginiamo e lo vogliamo, compresa l’utopia di ampliare lo spazio, che sembra sempre troppo piccolo, che abbiamo a disposizione nelle nostre case. L’orto diffuso dunque è un’occasione per espandere oltre i soliti confini la città, le proprie capacità pratiche, la propria rete di relazioni, la nostra connessione con la natura e la nostra appartenenza al mondo organico.
Un terrazzo, ma anche un balcone, o persino il davanzale di una finestra hanno superfici che si possono sorprendentemente ampliare e che portano a scoprire una fruizione dello spazio diversa da quella, claustrofobica, a cui siamo sottoposti. L’orto diffuso inoltre altera le abitudini che ci rendono spesso schiavi di un modo di fare che non corrisponde alla nostra natura, e ci propone invece di sincronizzarci su una scansione del tempo più simile a quella degli altri esseri viventi e più adatta alla nostra biologia.
Paradossalmente la dipendenza da un ritmo, invece di renderci schiavi, aumenta la nostra indipendenza e la nostra autonomia.
Tramite l’orto diffuso si propone di sperimentare anche forme di autonomia economica , che non si sostituiscono, ovvio, ad altre. ma le integrano, e comunque sottolineano l’importanza di riappropriarsi, anche se in minima parte, delle risorse di cui abbiamo bisogno. La pratica del giardinaggio, con la sua manualità, l’organizzazione dello spazio disponibile, impone una disciplina di presa di coscienza della realtà, delle piccole cose che contano molto, costringe a una attenzione al particolare, alla adozione di un ritmo molto diverso da quello che viene imposto dalle strade di grande scorrimento, dalle automobili e da edifici intorno ai quali fa paura perfino camminare. E serve a ricordarci che il cibo non è un prodotto del supermarket, ma il risultato della lavorazione del suolo e della combinazione di elementi che nell’attuiale modello di organizzazione sociale e produttiva sfuggono al nostro controllo.
In pratica.
Il progetto si svilupperà attraverso le seguenti fasi: nella prima, di analisi, verrà condotto un censimento degli spazi coltivabili, per individuare le caratteristiche microclimatiche, le superfici disponibili le piante più adatte per quelle condizioni. I dati verranno messi su una mappa interattiva (tipo Google), sulla quale compariranno anche le altre aree a orto tradizionale, ma anche le aree abbandonate, dove sarebbe interessante creare un orto comunitario. Un rilevamento gps permetterà di calcolare tutte le superfici dedicate agli orti per dimostrare la richiesta di verde.
Le sementi verranno procurate tra fornitori di sementi autoctone italiane, se possibile biologiche.
Nella seconda fase saranno sviluppati due percorsi consecutivi, il primo informativo, il secondo pratico.
L’attività informativa verrà articolata con incontri, o chat, mailing list e forum per poter scambiare conoscenze e informazioni su tecniche di coltivazione (semina, eliminazione parassiti, concimazione…), gestualità e pratiche a basso impatto, estetica dell’orto (accostamenti, forme, profumi), organizzazione degli spazi (vasi, tutori, contenitori verticali), comportamento delle piante (epoca di fioritura, malattie…), utilità delle piante (potere nutritivo, ma anche, per le erbe medicinali, quello curativo).
L’attività pratica comprende la verifica dell’utilità economica dell’orto diffuso. Verranno dunque anche organizzati sistemi di monitoraggio per verificare anche questo aspetto. Poiché l’iniziativa parte da un gruppo di persone aderenti a un Gruppo di acquisto solidale, si analizzerà il bilancio famigliare in funzione degli acquisti e delle produzioni alternative.
E visto che la cultura alimentare inevitabilmente interessa chi vuole un approccio diverso con l’economia del cibo, ci sarà anche l’occasione per sperimentare insieme la cucina a basso impatto, analizzando ricette e metodi di preparazione, provenienze e percorsi degli ingredienti, il loro chilometraggio, i loro costi.
Infine verrà facilitato lo scambio di sementi (piantine, tuberi, bulbi e talee) e informazioni con chi possiede orti in campagna e con chi frequenta gli orti cittadini e verranno incentivate le iniziative di organizzazione di orti comunitari cittadini su spazi più ampi, dove mettere in pratica (e seminare) quanto si fa sul balcone.
E saranno studiate forme di sensibilizzazione e di lobbying presso le autorità locali e nazionali al fine di ottenere ascolto, attenzione, legittimazione, riconoscimento, nuovi spazi per estendere e approfondire il progetto.
Orto diffuso infine ha dato vita e fa parte della Rete Libere Rape metrolpolitane-Orto circuito, il network degli orti urbani milanesi, creato per creare una collaborazione tra tutte le persone che si dedicano agli orti e ai giardini comunitari per permetterne una più ampia riconoscibilità e la possibilità di interagire con la municipalità, al fine di ottenere contratti che perrmettano l’uso della terra, anche se temporaneo.
Per informazioni e contatti: Facebook orto circuito

Sabato 24 settembre Convegno AIAPP

Ciao, allego di seguito il contenuto della locandina del convegno di sabato presso il giardino degli Aromi presso il P.Pini

sabato 24 settembre 2011Giardino degli Aromi ex OP Paolo Pini, via Ippocrate 45 Milano (MM3 - passante Affori FN)
paesaggi rurali urbani: le mani dentro la città

il bisogno di mettere le mani nella
terra, di avere un contatto diretto
coi posti e le persone che
producono ciò che mangiamo,
ha creato una rete diffusa di
realtà, alcune più grandi e
visibili, altre minuscole ma
di grande importanza sociale;
questa rete traccia segni visibili
nel paesaggio urbano,
ne addolcisce i contorni,
anima gli spazi residuali, semina
fi ori e ortaggi nelle crepe cittadine,
elargisce bellezza e benessere

ore 10.00 - 13.00 incontro al teatro “la cucina”
di tutto questo vogliamo parlare tra operatori, professionisti, amministratori, cittadini, ortisti urbani, giardinieri, agricoltori per fare in modo che prendersi cura e coltivare uno spazio urbano sia incoraggiato e sostenuto da chi amministra e diventi una scelta di libertà per chi la percorre
modera Paola D’Amico, giornalista del Corriere della Sera

ore 13.00 - 14.30 pic nic in giardino (o in serra in caso di pioggia)
ore 14.30 - 16.30 visite guidate agli orti, alle siepi di Benjes e ai giardini terapeutici
ore 17.00 spettacolo teatrale “lezioni di giardinaggio planetario”
di e con Lorenza Zambon

blog ortodiffuso

Ciao, vi segnalo il blog di ortodiffuso: http://ortodiffuso.noblogs.org/, utilissimo per approfondire le tematiche sulle pratiche di orti metropolitani che si stanno diffondendo nelle noste città. Per sapere di più cosa si muove a Milano è bene fare un salto sul sito di "rapemetropolitane": http://ortodiffuso.noblogs.org/post/tag/libere-rape-metropolitane/
Buona lettura!

venerdì 16 settembre 2011

volantino iniziativa 2 ottobre 2011

Tutto comincia con uno sguardo diverso sulle cose… da anni sotto i nostri occhi c’è un terreno misero, abbandonato all’incuria: la politica garantisce che qualcosa si farà, che ci sono dei progetti… il tempo e le amministrazioni passano invano.
I sogni non passano però, né la nostra passione per un quartiere migliore.   
Vogliamo che il nostro bene comune più importante appartenga davvero a tutti. Vogliamo trasformare il pezzo di terra di via Bigiogera in qualcosa di prezioso …
Presto sulla porzione di terreno incolta che c’è tra via Bigiogera e il parco della Maddalena nascerà il primo, vero
ORTO-GIARDINO COMUNITARIO
DI PRECOTTO
L’orto-giardino comunitario è, concretamente, il tentativo di un gruppo di cittadini di occuparsi attivamente della cura e coltivazione di una porzione di terreno pubblico. Il sogno è che tutti i cittadini possano godere dei frutti dell’impegno: quando nasce una cosa bella e importante siamo tutti più motivati a proteggerla e farla crescere, magari proponendosi per dare una parte del proprio tempo o semplicemente per innaffiare ogni tanto le verdure.
Realtà simili sono si sono già sviluppate in molte città del mondo, con un sorprendente impatto sulla bellezza e qualità della vita dei quartieri.
Anche a Milano sono già fiorite diverse iniziative: guardate http://ortodiffuso.noblogs.org/
Se sei interessato/a o curioso non esitare, vieni! E porta con te terra, piantine, contenitori...  
D O M E N I C A  2  O T T O B R E  2 0 1 1 
AREA VERDE tra via Bigiogera e via Tremelloni
Ore 10:  ritrovo e inizio lavori di costruzione del giardino. Per i bambini: mercatino del baratto, attività di disegno e pittura, giochi
Ore 13 pranzo, condividiamo ciò che ognuno desidera portare
Pomeriggio, fino alle 17: dialogo tra i partecipanti, incontro con gli altri progetti attivi a Milano, mostra fotografica sugli orti-giardino comunitari esistenti. E quant’altro ci verrà…
Per info:  Graziano Valera graxvalera@gmail.com oppure http://papaverirossiprecotto.blogspot.com/

eccoci qua!

Buongiorno a tutti e tutte! Con questo blog ci dotiamo di uno strumento di comunicazione speriamo utile per coordinare le iniziative che cresceranno con il nostro orto-giardino... Cioè? Che cos'è un orto-giardino comunitario?
L'idea nasce dal desiderio di alcuni cittadini di Precotto di usare parte del proprio tempo ed energie per migliorare la vita quotidiana del quartiere, attraverso un intervento attivo sul paesaggio, sulla sua stessa struttura. Precotto, come molti quartieri della città, ha subìto processi di trasformazione profondi negli ultimi decenni: la progressiva scomparsa dei distretti industriali, sostituiti da complessi residenziali non sempre forniti di servizi adeguati, ha portato un grande numero di nuovi abitanti ma ha visto lentamente allentarsi quei legami sociali (la cosiddetta "comunità") che hanno sempre fatto la vera "ricchezza" della nostra zona.
Il nostro desiderio, motore della nostra sfida, è di promuovere una serie di attività che permettano alle persone che vivono a Precotto di incontrarsi, lavorare una terra comune, scambiarsi esperienze e punti di vista. E, perché no, di godere anche dei frutti di un impegno condiviso.
Per questo è importante che lo spazio ed il tempo dell'orto giardino siano pubblici. Crediamo che sia importante che il primo passo avvenga su quella porzione di terreno abbandonata da anni che sta fra via Bigiogera e via Tremelloni, quella che in primavera fiorisce di papaveri spontanei; sappiamo che l'amminstrazione comunale ha dei progetti su quel terreno, ma forse è proprio questo il motivo che ci fa scegliere: "occupiamo" simbolicamente quella porzione di terreno senza chiedere il permesso perché così è più evidente la nostra azione, dopo anni di incuria e abbandono. Un'azione che non ha un tono rivendicativo (non pretendiamo, proponiamo!) né un carattere di "presa di possesso" (la provvisorietà è data dal fatto che non pianteremo direttamente nulla nel terreno, useremo dei cassoni in legno con la terra che il giorno dopo potrebbero essere rimossi...).
Ma non per questo non affermiamo con decisione il nostro desiderio. La prima e più importante garanzia di questo processo è la partecipazione libera dei cittadini. Significa che domenica 2 ottobre, quando inizieremo i lavori di sistemazione dello spazio, vi aspettiamo numerosi con tanta voglia di fare, di interessarsi, di lasciare tracce significative. Sarà una giornata, speriamo non troppo piovosa, in cui conoscere le altre esperienze di orti comunitari già attive nei quartieri del mondo - e di Milano!, mangiare qualcosa insieme, discutere di come procedere insieme.
Insieme, ecco la parola chiave che permette di accedere all'orto-giardinocomunitario...