venerdì 18 novembre 2011

Riflessioni e idee attorno ad una proposta

L’ORTO-GIARDINO COMUNITARIO DI PRECOTTO
Riflessioni e idee attorno ad una proposta
Una società che perde o che non riconosce i propri legami comunitari è come una pianta separata dalle proprie radici. Può mantenere per un po’ di tempo la lucentezza delle sue foglie, ma è destinata in poco tempo a perdere il proprio vigore e deperire.
Milano: una città che appare sempre meno destinata all’abitare e sempre più allo sfruttamento delle sue direttrici di attraversamento. Una città da usare più che da vivere. Il rischio è che i cittadini si abiutino all’anomia e si rassegnino ad essere trattati come fruitori di un posto anonimo, privo di identità. E allora Precotto val bene Gorla o Turro, nonluoghi che coincidono semplicemente con le fermate della metropolitana in un continuum di alternarsi di zone residenziali e commerciali fino a Monza, poi oltre chissà…
La festa inaugurale dell’orto giardino comunitario, il 2 ottobre,  in una splendida giornata di sole, è stata un piccolo shock: una sferzata decisa a questo sentimento di rassegnazione e passività.
L’orto-giardino comunitario rappresenta il tentativo inedito e originale di prendere il testimone dalle mani di quei cittadini che in questi anni hanno visto la città trasformarsi e che hanno fortemente voluto, con la propria partecipazione ed il proprio presidio democratico associativo, che il quartiere mantenesse una forte e chiara riconoscibilità e identità. La parola identità, riferita al territorio, non deve far pensare al campanilismo o a quella forma di localismo che parla di separazione tra “noi e loro” (che spesso diventa “noi o loro”). Crediamo che questo rappresenti una degenerazione del concetto, una perdita del suo senso profondo. Anzi, l’identità di un posto è data dalla sua capacità di interagire in modo fecondo con le altre identità, poggiando su una base sicura che non è data dalla mortifera assenza di relazioni di scambio ma sulla sicurezza di sé, della propria storia e dal coraggio di intraprendere strade nuove. Ma soprattutto della volontà di rivisitare i luoghi vivi del territorio per ri-conoscersi.
Un altro punto importante del nostro percorso è l’intenzione di essere cittadini che tornano ad avere un rapporto attivo con le istituzioni: veniamo da una fase molto lunga di distacco tra il Comune e i cittadini, il primo sempre più arroccato a Palazzo Marino ad inseguire emergenze, distante da ogni forma di confronto, i secondi in una posizione di passività e pretesa.  Oggi siamo qui a proporre un modello di progettazione e gestione partecipata di un bene comune, una via nuova che vogliamo osare.
Stiamo parlando di un processo, non già di un prodotto: questo è un concetto chiave della nostra azione. Pensare all’orto o al giardino rimanda subito ai prodotti dell’orto: le domande spesso riguardano chi raccoglierà l’insalata, quale effetto farà un’aiuola piuttosto che una siepe … il nostro sguardo si sposta invece sul processo. Un processo di cura: lavorare insieme la terra (ma soprattutto partecipare alle assemblee di gestione, confrontarsi, decidere cosa e come coltivare …) in cui l’importante è generare e far circolare benessere sociale curando i legami comunitari. 
Chi siamo?
Il nostro gruppo, che abbiamo chiamato Papaveri Rossi Precotto a rappresentare la bellissima fioritura spontanea di papaveri che ogni primavera erompe sulla distesa di sassi e terra dura tra via Bigiogera e Tremelloni, è composto di persone che mettono il proprio nome e la propria storia a sostegno del progetto.
Si è già citata la passione che ci accomuna per la cura dell’ambiente e la coltivazione di piante e ortaggi. Abitiamo il quartiere - chi da sempre, chi da qualche anno – a poche decine di metri dallo spazio adibito ad orto-giardino. Abbiamo professioni diverse (agronoma, educatori professionali, avvocato, architetto, ingegnere forestale, insegnante, artisti, … )
Come intendiamo procedere?
La fase iniziale è basata sull’aggregazione e l’impegno spontanei da parte di un gruppo di cittadini che si frequentano perché vicini di casa, genitori di bambini nelle scuole, aderenti ad un gruppo d’acquisto solidale.
Nel corso di tre iniziative pubbliche abbiamo fatto: una prima lavorazione del suolo, invero poverissimo e inadatto a qualsiasi scopo e perciò arricchito di circa tre tonnellate di terra; auto-costruzione di cassoni in legno ricavati da pallets di pioppo in cui coltivare ortaggi e verdure; piantumazione di alberelli e piante decorative; realizzazione di un’istallazione artistica con rami intrecciati; nel corso dei lavori ci hanno accompagnato numerosi bambini che hanno dipinto i cartelli con i nomi delle piante, acciottolato il vialetto, piantato alcuni bulbi, ecc.  I bambini non sono semplici destinatari di spazi e risorse specifici: non releghiamoli nei baby-space; essi crescono in un ambiente stimolante se percepiscono uno spazio amato e voluto bene. I bambini apprendono molto facendo le cose insieme ai genitori, guardano alle nostre scelte, hanno bisogno di modelli cui ispirarsi essendo in interazione con gli adulti. Scegliamo di proporre attività a cui i bambini possano partecipare, mettendosi in gioco e imparando a conoscere tempi e regole delle piante. Questi sono i ponti di significato, vere e proprie traiettorie di senso verso il futuro, che proponiamo loro. Abbiamo la disponibilità di una pittrice per fare dei laboratori di acquerello, in primavera. Pensiamo di proporre attraverso Genitori Attivi una forma di collaborazione con le scuole della zona. Alla fine di ottobre una mamma ha voluto organizzare proprio all’orto-giardino la festa di compleanno per sua figlia: hanno giocato a piantare i bulbi ed è stata una bellissima sorpresa …
Spontaneità, non spontaneismo: riconosciamo che la continuità necessaria per portare avanti il progetto si deve strutturare attorno ad un progetto chiaro e condiviso con le istituzioni. Sottolineiamo il fatto che il nostro progetto è provvisorio: nel momento in cui il Comune disporrà la realizzazione di quanto approvato e deliberato a suo tempo, cioè la chiusura della via Tremelloni verso via Cislaghi per trasformare in parco pubblico l’intera area, saremo i primi ad accogliere l’evento smantellando l’orto-giardino con una bella festa. Contiamo semplicemente di arrivare a quel giorno avendo curato e amato l’area anziché averla sotto gli occhi ogni giorno in stato di penosa incuria. E in ogni caso ci sentiremo di chiedere al Comune di poter partecipare attivamente alla cura del parco.
La seconda fase del processo, quella che stiamo attraversando, prevede il rapporto di collaborazione con il consiglio di zona per procedere insieme. Noi garantiamo un’assemblea pubblica ogni mese, con carattere consultivo e decisionale, e di firmare il contratto elaborato già sottoposto all’attenzione degli assessori Maran e Benelli il giorno 9 novembre a Milano.
Un bisogno urgente che abbiamo è l’allacciamento dell’acqua. Soprattutto in primavera diventa necessario innaffiare ogni due giorni l’area: una cosa pensabile e già sperimentata nelle tre settimane di ottobre organizzando turni ma che non ci sentiamo più di fare utilizzando le taniche.  Il secondo bisogno riguarda il terreno: sarebbe necessario portare della terra buona, pulita.
La terza fase è tutta da scrivere, e dipenderà da molte cose. Si ribadisce la nostra disponibilità, in nome del processo virtuoso che abbiamo avviato e che coinvolge finora circa cinquanta abitanti del quartiere e circa cento persone della rete Libere Rape Metropolitane, a lavorare attivamente con il Comune nella gestione di quella porzione di terra che per qualcuno è solo un problema di arredo urbano. Per noi rappresenta una meravigliosa, unica opportunità per sperimentare forme nuove di partecipazione ed un capitolo nuovo della storia del quartiere.     

Papaveri Rossi di Precotto
Annachiara Fumagalli, Marta Fumagalli, Luigi Nardin, Marta Pelazza, Laura Sala, Benedetto Selleri, Chiara Tacconi, Emanuela Tacconi, Andrea Tosini, Fabio Ulivi, Marco Ulivi, Graziano Valera, Laura Vergani

Riferimenti internet e bibliografici:
Ostrom E. Governing the Commons, Cambridge University Press, Cambridge, 1990
Minora F., Proprietà collettive, nuova mission e ambiti di impiego,  Communitas maggio 2011

domenica 13 novembre 2011

INIZIATIVA 19 NOVEMBRE 2011, volantino

ORTO-GIARDINO Comunitario di PRECOTTO
SABATO 19 NOVEMBRE
Ore 10
IN OCCASIONE DELLA FESTA DELL'ALBERO
 

Siete tutti invitati a partecipare alla piantumazione di una siepe protettiva che permetterà di arricchire ed abbellire l’orto-giardino comunitario di Precotto, tra via Bigiogera e via Tremelloni. Noccioli, biancospini, cornioli e sanguinelli proteggeranno l’area dal traffico delle auto, daranno riparo a tanti insetti ed animali utili e coloreranno l’area in tutte le stagioni.
VI ASPETTIAMO E SE POTETE PORTATE: TERRA, PICCONI, GUANTI … VOGLIA DI SPORCARSI UN PO’ LE MANI!
Per info: http://papaverirossiprecotto.blogspot.com/

mercoledì 12 ottobre 2011

aiuole casa della carità... inoltro

Inoltro la mail ricevuta da michela, eventualmente scrivetele a michela.pasquali@gmail.com

Buongiorno a tutti 

ho bisogno di consigli e aiuti per la realizzazione di due piccole aiuole davanti alla Casa della carità (quella di don Colmegna) di Milano che prevede l'uso di sedute disegnate da Ettore Favini e di aree pavimentate fatte utilizzando i pallet che una cooperativa della Casa produce e aggiusta.
Un primo piccolo lavoro per cominciare una serie di attività sul verde condiviso made in Casa della carità.

Abbiamo bisogno di piante e di qualcuno che metta a disposizione un po' del suo tempo per aiutarci a dipingere, montare, piantare...
Che ne dite? Potete diffondere nei vostri blog o pagine web? Volete venire a dare una mano? Dalla prossima settimana arrivano le prime piante regalate e ci saranno già i pallet a disposizione.
Per date e orari scrivetemi!!!

A presto e un abbraccio a tutti

Michela Pasquali

iniziativa sabato 15 ottobre!!!

Cari amici, l'autunno e' arrivato carico di colori e frutti.
camminando per le strade, o passeggiando nei giardini raccogliete tutti i semi che ritenete interessanti: ghiande, samare di acero, bacche di rosa canina o di prugnolo.

li pianteremo insieme sabato 15 ottobre alle 10.30

le piantine che nasceranno saranno vendute in primavera per finanziare le attività dell'orto-giardino comunitario.
portiamo vasetti di yogurt, bottiglie di plastica, tetrapack e tutto ciò che e' adatto ad essere un vaso di dimensioni contenute.

mercoledì 5 ottobre 2011

Assemblea pubblica dell’orto-giardino comunitario

La prima assemblea pubblica di valutazione e progettazione dell’orto-giardino comunitario si svolgerà qui
DOMENICA 9 OTTOBRE ALLE 11.00
Siete tutti invitati: per conoscerci e parlare degli sviluppi, dei problemi e dei desideri che abbiamo per l’orto-giardino di Precotto.

martedì 4 ottobre 2011

TRASMISSIONE RADIO

Ciao, stamattina siamo stati ospiti della trasmissione "Facciamo gli italiani", curata da Marta Bonafoni e trasmessa sul circuito nazionale Popolare Network.
Allego il link: http://www.radiopopolare.it/fileadmin/notiziario/mattino_2_04_10_2011.mp3

iniziativa domenica 2 ottobre!

Ciao a tutti e tutte.
Domenica è stata una giornata molto bella.
Abbiamo realizzato un importante primo passo, tante persone hanno lavorato sotto un sole caldissimo per trasformare il terreno incolto in un luogo finalmente bello, utile, condiviso.
La fatica è stata tanta, ben compensata dalla soddisfazione per i risultati e dalla sensazione che le cose si muovano in una direzione positiva.
Vogliamo ringraziare quelle persone che sono state con noi nel corso della giornata; il nostro quaderno alla fine era pieno di indirizzi, messaggi, suggerimenti, indicazioni di disponibilità. Gli indirizzi mail diventeranno una mailing-list perché ognuno possa contribuire al processo che abbiamo avviato.
A lavorare con noi c'erano tanti amici della rete di cui facciamo parte: Ortodiffuso, Libere Rape Metropolitane, il Giardino degli Aromi presso l' ex O.P. Paolo Pini, il Community Garden del Trotter, l'associazione Piano Terra, il giardino comunitario presso Conchetta, quelli di Cascina Albara e della scuola Pizzigoni, il gruppo di viale Montello, l'orto nascente di via Sauli... che nel corso della giornata hanno portato energie, piante, attrezzi.
Grazie a Marta e Riccardo, che hanno realizzato una meravigliosa istallazione di land-art intrecciando rami. Vista alla luce del tramonto domenica sera era fantastica. Geniali.
Il tutto è stato realizzato grazie a: la Coop. Soc. "B" LavoriAmo che ci ha prestato il camion; la ditta Erbavoglio di Monza che ci ha regalato la terra; la ditta FRAMAR S.r.l. di Senago che ci ha regalato i bancali per i cassoni, il gruppo della facoltà di Agraria che ci ha prestato i gazebo; il CeAS che ha prestato attezzi e materiali; l'amico che sabato mattina è venuto a tagliare l'erba, regalandoci due ore di tempo e sudore; i cittadini che hanno prestato sedie e tavoli e regalato cibo e bevande... spero davvero di non dimenticare nessuno.
Per ora siamo a questo punto. Ci vediamo con i cittadini del quartiere (e chi vorrà partecipare) domenica alle 11.00 nell'orto-giardino. Condivideremo una prima valutazione e ci immaginiamo insieme come continuare il percorso.

lunedì 3 ottobre 2011

videooo!

Per chi c'era e per chi non c'era ma avrebbe voluto esserci, ecco una testimonianza su ciò che è successo ieri:
http://www.vimeo.com/29949983

domenica 2 ottobre 2011

...

... ecco qua! Stanchissimi. E per stasera solo un pensiero affettuoso a tutti e un GRAZIE grande così, di tutto cuore.

venerdì 30 settembre 2011

giovedì 29 settembre 2011

volantino iniziativa 2 ottobre 2011

Ciao a tutti e tutte, qui il nostro volantino in una bellissima veste grafica (grazie Maresa di Libere Rape Metropolitane!)
http://espanz.noblogs.org/files/2011/09/papaveri.png

Per conoscere e diffondere la rete di Rape metropolitane, il coordinamento degli orti milanesi, guardate http://ortodiffuso.noblogs.org/post/tag/libere-rape-metropolitane/

Ciao!

mercoledì 28 settembre 2011

istruzioni per raggiungere il luogo

Ciao, in risposta a quanti chiedono come raggiungere il luogo dell'iniziativa del 2 ottobre, provate a immettere su google maps "via bigiogera milano", è sufficiente.
Altrimenti provo a istruirvi così: Quando vi trovate all'uscita della metropolitana di Precotto andate verso Sesto S.Giovanni camminando sul marciapiede di destra. Superate la chiesa S.Michele Arcangelo e arivate al semaforo, dopo aver percorso circa centocinquanta metri. E' il semaforo che regola l'incrocio con il tram 7. Girate a destra e camminate per altri duecento metri circa, fino ad incrociare la via Bigiogera. Qui sarete arrivati: date uno sguardo intorno e ci vedrete. 

lunedì 19 settembre 2011

manifesto di orto diffuso

Orto diffuso. Progetto per una distribuzione e una mappatura di orti nello spazio urbano
L’orto diffuso è un sistema di produzione di piante da orto (e non solo) che parte dai balconi per raggiungere spazi più ampi, che parte dalla città per raggiungere la campagna, che parte da un singolo individuo (o da una famiglia) per creare una rete sociale, dove le competenze di ciascuno possono diventare un patrimonio comune.
La coltivazione di vegetali utili si sta diffondendo sempre di più nelle città. Dopo l’esempio delle città americane, come New York o San Francisco, anche in Italia si sta assistendo a un interesse crescente per questo tipo di coltivazioni. Gli orti sono di fatto diventati una moda, ma in realtà in città come Milano ci sono sempre stati. Sulle piccole parcelle da coltivare a insalata, pomodori. patate, zucchini…era infatti basata l’economia delle famiglie operaie, che sfruttavano gli ampi spazi vuoti della città, o se erano più fortunate quelli messi a disposizione dalla fabbrica o dal comune, per aiutare il bilancio famigliare.
Orti di questo tipo sono sopravvissuti anche alla trasformazione che ha portato il terziario a prendere il posto delle fabbriche.
Gli orti urbani sono stati sempre concepiti come piccoli appezzamenti di terreno ricavati in aree marginali, la cui coltivazione poteva essere data in gestione a varie persone per la produzione o anche la vendita diretta. Ma il terreno in città è una risorsa troppo preziosa, e negli ultimi anni gli orti si sono progressivamente ridotti. E persino quelli che venivano considerati come esempio di realtà sociale, urbanistica e storica di primo livello, sono scomparsi.
L’orto diffuso non è un orto tradizionale. La città è cambiata, la gente è cambiata, la nostra economia è cambiata. Ma parte da quell’esperienza, o meglio dall’esigenza delle persone che l’hanno vissuta, per non perderla, raccoglierne le radici e procedere alla sua evoluzione.
L’orto diffuso è in realtà un network, che collega gli spazi più immediatamente disponibili (balconi terrazzi, davanzali) con gli spazi più tradizionali. E’ una comunità virtuale ma anche fisica che si articola attraverso tutte le persone che utilizzano questi spazi per ripensare la città, ma anche la propria vita.
L’orto diffuso ricrea un legame con il territorio, un territorio reale e proprio, non illusorio e immaginato da altri per noi.
Non è isolato rispetto al tessuto della città. Si può espandere e prolungare in altri spazi, come i giardini comunitari costruiti nelle aree abbandonate dalla speculazione edilizia o dal verde urbano di scarsa qualità. Può essere in stretto contatto anche con la campagna e gli spazi che spesso molte famiglie hanno nel luogo di origine da cui provengono.
L’orto comunitario è ormai una pratica conosciuta, che si sta, anche se faticosamente, diffondendo in alcune città. Si tratta di uno spazio dove la gente si ritrova fisicamente.
Ma l’orto diffuso è anche l’orto di una comunità di persone, che mette in condivisione i propri spazi privati per un progetto comune, attraverso il quale può scegliere di avere dei momenti di lavoro collaborativo, scambio di semi, prodotti dell’orto, strumenti di lavoro, trasferimento di competenze, esperienze e storie.
Nel progetto dell’orto diffuso l’utilizzo di strumenti multimediali e di internet diventa un ingrediente importante per mantenere la rete di relazioni, consentire la condivisione di informazioni, permettere ad altri di conoscere il progetto, rielaborarlo, trasformarlo, e rimetterlo in circolo.
L’orto diffuso non è una resa alla nostra condizione di abitanti delle aree urbane, ma è semmai una reazione, una presa di possesso, una riappropriazione della città secondo un modello lontano da quello della speculazione commerciale ed edilizia. L’orto diffuso ristabilisce il legame tra natura, campagna e città, aprendo i confini dell’area urbana, e crea una base per rendere possibile, in futuro, una diversa progettazione degli spazi urbani.
Non è una resa all’ambiente inquinato in cui viviamo, ma un’azione diretta che contribuisce alla sua trasformazione, e rende ancora più urgente la necessità di far cadere il velo che rende possibile sopportare tutto.
E’ una ribellione contro lo stato di degrado dei quartieri e delle nostre vite , è la pretesa evidente per una città che non può più essere considerata come un cancro di cemento, ma può tornare a essere collegata con l’ecosistema che la circonda, perché a esso deve appartenere.
E’ la dimostrazione che tutto è possibile, se lo immaginiamo e lo vogliamo, compresa l’utopia di ampliare lo spazio, che sembra sempre troppo piccolo, che abbiamo a disposizione nelle nostre case. L’orto diffuso dunque è un’occasione per espandere oltre i soliti confini la città, le proprie capacità pratiche, la propria rete di relazioni, la nostra connessione con la natura e la nostra appartenenza al mondo organico.
Un terrazzo, ma anche un balcone, o persino il davanzale di una finestra hanno superfici che si possono sorprendentemente ampliare e che portano a scoprire una fruizione dello spazio diversa da quella, claustrofobica, a cui siamo sottoposti. L’orto diffuso inoltre altera le abitudini che ci rendono spesso schiavi di un modo di fare che non corrisponde alla nostra natura, e ci propone invece di sincronizzarci su una scansione del tempo più simile a quella degli altri esseri viventi e più adatta alla nostra biologia.
Paradossalmente la dipendenza da un ritmo, invece di renderci schiavi, aumenta la nostra indipendenza e la nostra autonomia.
Tramite l’orto diffuso si propone di sperimentare anche forme di autonomia economica , che non si sostituiscono, ovvio, ad altre. ma le integrano, e comunque sottolineano l’importanza di riappropriarsi, anche se in minima parte, delle risorse di cui abbiamo bisogno. La pratica del giardinaggio, con la sua manualità, l’organizzazione dello spazio disponibile, impone una disciplina di presa di coscienza della realtà, delle piccole cose che contano molto, costringe a una attenzione al particolare, alla adozione di un ritmo molto diverso da quello che viene imposto dalle strade di grande scorrimento, dalle automobili e da edifici intorno ai quali fa paura perfino camminare. E serve a ricordarci che il cibo non è un prodotto del supermarket, ma il risultato della lavorazione del suolo e della combinazione di elementi che nell’attuiale modello di organizzazione sociale e produttiva sfuggono al nostro controllo.
In pratica.
Il progetto si svilupperà attraverso le seguenti fasi: nella prima, di analisi, verrà condotto un censimento degli spazi coltivabili, per individuare le caratteristiche microclimatiche, le superfici disponibili le piante più adatte per quelle condizioni. I dati verranno messi su una mappa interattiva (tipo Google), sulla quale compariranno anche le altre aree a orto tradizionale, ma anche le aree abbandonate, dove sarebbe interessante creare un orto comunitario. Un rilevamento gps permetterà di calcolare tutte le superfici dedicate agli orti per dimostrare la richiesta di verde.
Le sementi verranno procurate tra fornitori di sementi autoctone italiane, se possibile biologiche.
Nella seconda fase saranno sviluppati due percorsi consecutivi, il primo informativo, il secondo pratico.
L’attività informativa verrà articolata con incontri, o chat, mailing list e forum per poter scambiare conoscenze e informazioni su tecniche di coltivazione (semina, eliminazione parassiti, concimazione…), gestualità e pratiche a basso impatto, estetica dell’orto (accostamenti, forme, profumi), organizzazione degli spazi (vasi, tutori, contenitori verticali), comportamento delle piante (epoca di fioritura, malattie…), utilità delle piante (potere nutritivo, ma anche, per le erbe medicinali, quello curativo).
L’attività pratica comprende la verifica dell’utilità economica dell’orto diffuso. Verranno dunque anche organizzati sistemi di monitoraggio per verificare anche questo aspetto. Poiché l’iniziativa parte da un gruppo di persone aderenti a un Gruppo di acquisto solidale, si analizzerà il bilancio famigliare in funzione degli acquisti e delle produzioni alternative.
E visto che la cultura alimentare inevitabilmente interessa chi vuole un approccio diverso con l’economia del cibo, ci sarà anche l’occasione per sperimentare insieme la cucina a basso impatto, analizzando ricette e metodi di preparazione, provenienze e percorsi degli ingredienti, il loro chilometraggio, i loro costi.
Infine verrà facilitato lo scambio di sementi (piantine, tuberi, bulbi e talee) e informazioni con chi possiede orti in campagna e con chi frequenta gli orti cittadini e verranno incentivate le iniziative di organizzazione di orti comunitari cittadini su spazi più ampi, dove mettere in pratica (e seminare) quanto si fa sul balcone.
E saranno studiate forme di sensibilizzazione e di lobbying presso le autorità locali e nazionali al fine di ottenere ascolto, attenzione, legittimazione, riconoscimento, nuovi spazi per estendere e approfondire il progetto.
Orto diffuso infine ha dato vita e fa parte della Rete Libere Rape metrolpolitane-Orto circuito, il network degli orti urbani milanesi, creato per creare una collaborazione tra tutte le persone che si dedicano agli orti e ai giardini comunitari per permetterne una più ampia riconoscibilità e la possibilità di interagire con la municipalità, al fine di ottenere contratti che perrmettano l’uso della terra, anche se temporaneo.
Per informazioni e contatti: Facebook orto circuito

Sabato 24 settembre Convegno AIAPP

Ciao, allego di seguito il contenuto della locandina del convegno di sabato presso il giardino degli Aromi presso il P.Pini

sabato 24 settembre 2011Giardino degli Aromi ex OP Paolo Pini, via Ippocrate 45 Milano (MM3 - passante Affori FN)
paesaggi rurali urbani: le mani dentro la città

il bisogno di mettere le mani nella
terra, di avere un contatto diretto
coi posti e le persone che
producono ciò che mangiamo,
ha creato una rete diffusa di
realtà, alcune più grandi e
visibili, altre minuscole ma
di grande importanza sociale;
questa rete traccia segni visibili
nel paesaggio urbano,
ne addolcisce i contorni,
anima gli spazi residuali, semina
fi ori e ortaggi nelle crepe cittadine,
elargisce bellezza e benessere

ore 10.00 - 13.00 incontro al teatro “la cucina”
di tutto questo vogliamo parlare tra operatori, professionisti, amministratori, cittadini, ortisti urbani, giardinieri, agricoltori per fare in modo che prendersi cura e coltivare uno spazio urbano sia incoraggiato e sostenuto da chi amministra e diventi una scelta di libertà per chi la percorre
modera Paola D’Amico, giornalista del Corriere della Sera

ore 13.00 - 14.30 pic nic in giardino (o in serra in caso di pioggia)
ore 14.30 - 16.30 visite guidate agli orti, alle siepi di Benjes e ai giardini terapeutici
ore 17.00 spettacolo teatrale “lezioni di giardinaggio planetario”
di e con Lorenza Zambon

blog ortodiffuso

Ciao, vi segnalo il blog di ortodiffuso: http://ortodiffuso.noblogs.org/, utilissimo per approfondire le tematiche sulle pratiche di orti metropolitani che si stanno diffondendo nelle noste città. Per sapere di più cosa si muove a Milano è bene fare un salto sul sito di "rapemetropolitane": http://ortodiffuso.noblogs.org/post/tag/libere-rape-metropolitane/
Buona lettura!

venerdì 16 settembre 2011

volantino iniziativa 2 ottobre 2011

Tutto comincia con uno sguardo diverso sulle cose… da anni sotto i nostri occhi c’è un terreno misero, abbandonato all’incuria: la politica garantisce che qualcosa si farà, che ci sono dei progetti… il tempo e le amministrazioni passano invano.
I sogni non passano però, né la nostra passione per un quartiere migliore.   
Vogliamo che il nostro bene comune più importante appartenga davvero a tutti. Vogliamo trasformare il pezzo di terra di via Bigiogera in qualcosa di prezioso …
Presto sulla porzione di terreno incolta che c’è tra via Bigiogera e il parco della Maddalena nascerà il primo, vero
ORTO-GIARDINO COMUNITARIO
DI PRECOTTO
L’orto-giardino comunitario è, concretamente, il tentativo di un gruppo di cittadini di occuparsi attivamente della cura e coltivazione di una porzione di terreno pubblico. Il sogno è che tutti i cittadini possano godere dei frutti dell’impegno: quando nasce una cosa bella e importante siamo tutti più motivati a proteggerla e farla crescere, magari proponendosi per dare una parte del proprio tempo o semplicemente per innaffiare ogni tanto le verdure.
Realtà simili sono si sono già sviluppate in molte città del mondo, con un sorprendente impatto sulla bellezza e qualità della vita dei quartieri.
Anche a Milano sono già fiorite diverse iniziative: guardate http://ortodiffuso.noblogs.org/
Se sei interessato/a o curioso non esitare, vieni! E porta con te terra, piantine, contenitori...  
D O M E N I C A  2  O T T O B R E  2 0 1 1 
AREA VERDE tra via Bigiogera e via Tremelloni
Ore 10:  ritrovo e inizio lavori di costruzione del giardino. Per i bambini: mercatino del baratto, attività di disegno e pittura, giochi
Ore 13 pranzo, condividiamo ciò che ognuno desidera portare
Pomeriggio, fino alle 17: dialogo tra i partecipanti, incontro con gli altri progetti attivi a Milano, mostra fotografica sugli orti-giardino comunitari esistenti. E quant’altro ci verrà…
Per info:  Graziano Valera graxvalera@gmail.com oppure http://papaverirossiprecotto.blogspot.com/

eccoci qua!

Buongiorno a tutti e tutte! Con questo blog ci dotiamo di uno strumento di comunicazione speriamo utile per coordinare le iniziative che cresceranno con il nostro orto-giardino... Cioè? Che cos'è un orto-giardino comunitario?
L'idea nasce dal desiderio di alcuni cittadini di Precotto di usare parte del proprio tempo ed energie per migliorare la vita quotidiana del quartiere, attraverso un intervento attivo sul paesaggio, sulla sua stessa struttura. Precotto, come molti quartieri della città, ha subìto processi di trasformazione profondi negli ultimi decenni: la progressiva scomparsa dei distretti industriali, sostituiti da complessi residenziali non sempre forniti di servizi adeguati, ha portato un grande numero di nuovi abitanti ma ha visto lentamente allentarsi quei legami sociali (la cosiddetta "comunità") che hanno sempre fatto la vera "ricchezza" della nostra zona.
Il nostro desiderio, motore della nostra sfida, è di promuovere una serie di attività che permettano alle persone che vivono a Precotto di incontrarsi, lavorare una terra comune, scambiarsi esperienze e punti di vista. E, perché no, di godere anche dei frutti di un impegno condiviso.
Per questo è importante che lo spazio ed il tempo dell'orto giardino siano pubblici. Crediamo che sia importante che il primo passo avvenga su quella porzione di terreno abbandonata da anni che sta fra via Bigiogera e via Tremelloni, quella che in primavera fiorisce di papaveri spontanei; sappiamo che l'amminstrazione comunale ha dei progetti su quel terreno, ma forse è proprio questo il motivo che ci fa scegliere: "occupiamo" simbolicamente quella porzione di terreno senza chiedere il permesso perché così è più evidente la nostra azione, dopo anni di incuria e abbandono. Un'azione che non ha un tono rivendicativo (non pretendiamo, proponiamo!) né un carattere di "presa di possesso" (la provvisorietà è data dal fatto che non pianteremo direttamente nulla nel terreno, useremo dei cassoni in legno con la terra che il giorno dopo potrebbero essere rimossi...).
Ma non per questo non affermiamo con decisione il nostro desiderio. La prima e più importante garanzia di questo processo è la partecipazione libera dei cittadini. Significa che domenica 2 ottobre, quando inizieremo i lavori di sistemazione dello spazio, vi aspettiamo numerosi con tanta voglia di fare, di interessarsi, di lasciare tracce significative. Sarà una giornata, speriamo non troppo piovosa, in cui conoscere le altre esperienze di orti comunitari già attive nei quartieri del mondo - e di Milano!, mangiare qualcosa insieme, discutere di come procedere insieme.
Insieme, ecco la parola chiave che permette di accedere all'orto-giardinocomunitario...